Le qualità sono il valore della casa

La costrizione tra le mura domestiche imposta per ridurre i contagi sta stretta ai più che in questa situazione complicata, della propria abitazione, hanno scoperto pregi ma soprattutto difetti.

Una più attenta valutazione dei pro e dei contro che ha messo in discussione scelte fatte al momento dell’acquisto e della ristrutturazione e ha aperto la strada al desiderio di soluzioni nuove e diverse.

La casa non è più solo il luogo dove si mangia e si dorme, ma diventa un oggetto multi-funzione. Oggi qui si lavora, si studia, si passa il tempo libero. È la prima volta in cui contemporaneamente 30 milioni di famiglie italiane si sono rese conto delle condizioni della propria casa. C’è chi la usava per un tempo limitato, chi, nel fine settimana, la abbandonava completamente. Adesso tutti hanno dovuto rifare i conti con la propria abitazione e magari in una realtà di convivenza forzata e continuativa con gli altri membri del nucleo familiare.

Guardando ai dati Istat, un terzo delle case italiane non ha né terrazzo né balcone, il 60% ha un solo bagno, il 92% dello stock abitativo esistente è stato costruito nel secolo scorso. A livello di dimensioni in media una casa è di 68 mq in città e di 92 mq fuori dalle città.

Lo spazio disponibile è dunque il primo elemento da valutare, ma necessariamente connesso allo spazio esterno (di cui sente la mancanza chi oggi è segregato in case senza neanche un balcone), alla luce e alla insonorizzazione delle pareti. Oggi la casa è stata rivista, in tutta fretta, per essere attrezzata per le funzioni di smart working a cui tutti siamo costretti, insieme allo studio a distanza per i figli. Ma non sempre spazi e servizi risultano adeguati. Quando una casa viene vissuta di giorno, per molte ore consecutive, si scoprono difetti diversamente ritenuti parziali, come la mancanza di sufficiente luce naturale, la presenza di impianti che non tengono tanti consumi insieme, condomini rumorosi, strade limitrofe troppo trafficate, scarsità di servizi adeguati nelle vicinanze.

In questo periodo si è dato valore anche alla casa come asset finanziario. Quanto vale e, soprattutto, riuscirà in futuro a mantenere questo valore? Le previsioni per fine anno propendono per un calo netto delle compravendite, nei dati dell’ultimo Osservatorio Nomisma, da 40mila a 110mila vendite in meno a seconda dello scenario più o meno grave. A pesare sono il divieto di sopralluoghi e visite, la chiusura delle agenzie immobiliare è stata imposta per decreto, ma in futuro si sentirà soprattutto la pressione della crisi economica innescata dall’emergenza virus. E di conseguenza anche i prezzi subiranno un ridimensionamento nell’ordine dell’1,1-3,1% nel biennio 2020-2021.

Secondo gli esperti i più si renderanno conto dei difetti della propria abitazione e potrebbero decidere, liquidità permettendo, di iniziare la ricerca di soluzioni diverse.

Chi venderà case di qualità potrà contare su un valore reale, chi vorrà vendere case con “difetti” dovrà scendere a patti con la domanda. Da questo terribile e insperato evento scaturisce la consapevolezza di quanto valgano poco molte delle case che abbiamo, anche la fascia di mercato solvibile, che ha acquistato case nuove, si rende conto che la casa piccola è inadatta a creare comfort. La previsione è quindi di un cambiamento della domanda. È probabile che in futuro si cercheranno case in zone più esterne delle città e non centralissime. Anche se l’attrazione del grande centro urbano è sempre forte.

Secondo gli esperti soffrirà tutto il segmento delle costruzioni realizzate male o troppo piccole, in questo ultimo caso mancherà la domanda per investimento. Una componente cresciuta dal 2018 e arrivata a oltre il 15% del totale delle compravendite.

Ciascuno ha avuto modo, in questa quarantena forzata, di fare un menu delle preferenze: una stanza in più, la terrazza, un secondo bagno, l’affaccio su una via meno rumorosa e così via. Tutte queste indicazioni spingeranno a disegnare case più grandi, mentre finora si puntava a case piccole, e con almeno due bagni. Un elemento che manca spesso sull’esistente è il giardino o il cortile condominiale, caratteristica quest’ultima che si va imponendo già da prima del Covid-19 nelle nuove costruzioni. Il trend sarà ampliato. Nelle costruzioni moderne e di lusso ha preso piede la tendenza di creare spazi comuni, dal cinema alla piscina e alla palestra. Ma in futuro avranno ancora appeal? Oggi si iniziano a vedere già regolamenti che impongono di prenotare gli spazi per usarli da soli e se si tratta della palestra di disinfettare gli attrezzi usati e altro.

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